“Disgusto al coriandolo” o “disgusto saponoso”, così viene definito un certa sensibilità genetica che fa percepire il coriandolo come un gusto sgradevole di sapone.
Nell’antichità però il coriandolo era estremamente utilizzato ed apprezzato, a partire già dalla civiltà micenea fiorita nella Grecia durante la tarda età del bronzo (1600-1100 a.C.).
Più tardi anche i Romani ne fecero ampissimo uso, al punto che Apicio ne fa la base di un condimento chiamato Coriandratum.
Grande fu il suo successo nelle cucine medievali e ancora oggi il coriandolo è molto apprezzato nelle cucine asiatiche, messicane e indiane.
Cosa è accaduto dunque nel resto del mondo dove da ricercata spezia dal gradito aroma, è diventato un gusto detestabile?
Niente altro che una mutazione genetica in una parte della popolazione umana che ha fatto si che il coriandolo oggi sia quasi scomparso dalle cucine europee e nordamericane perché vi sono persone con una sensibilità genetica che rende il coriandolo disgustoso al palato.
Secondo alcune indagini, questa nuova “sensibilità” è presente nelle persone in diverse percentuali secondo la loro origine e in generale possiamo dire che gli afroamericani, gli asiatici orientali e gli asiatici meridionali hanno significativamente meno probabilità di rilevare un sapore saponoso rispetto agli europei, ad esempio.
Sono inoltre le donne che più facilmente rilevano un sapore di sapone e quindi non amano il coriandolo….ed effettivamente, mi ci metto in mezzo!
Dunque, se anche voi fate parte di coloro che “il coriandolo, anche no” non vi dannate per questo! Tutta colpa della genetica! ;)