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Ferragosto cucina mia...

... non ti conosco!
Ferragosto
è una festività molto amata dagli italiani anche perché spesso coincide con le ferie estive ed è dunque sinonimo di relax, divertimento e, soprattutto, cibo a volontà! Come e dove non ha importanza, in famiglia o con gli amici, al mare o in montagna: ciò che conta per tutti è festeggiare con la pancia piena!
Ma cosa portano gli italiani in tavola in questa occasione?

Partiamo dal nord.
In Trentino e in Valle D’Aosta abbiamo piatti di sostanza, proprio come ci si aspetta da una cucina di montagna con rispettivamente: i classici canederli, delle gustose polpette di pane e speck, e la meno nota Seupa à la Vapelenentse, una zuppa che prende il nome dal villaggio Valpelline, a base di pane, fontina e brodo di carne.
In Lombardia viene riproposto il classico minestrone ma nella versione fredda, più indicata per il mese di agosto.
In Veneto e in Liguria si vira sul pesce, con le sarde in saor, le sarde marinate e la capponadda, una fresca insalata di mare con tonno, acciughe, pomodoro e olive, il piatto perfetto per marinai e pescatori. In Friuli Venezia-Giulia ritroviamo una ricetta tipica della tradizione contadina, i Cjarsons, ravioli che venivano preparati con quello che la credenza offriva, caratterizzati da vari tipi di impasti, a seconda delle valli di provenienza, e da vari tipi di ripieno: frutta, marmellata, patate, erbe di campo e frutta secca. Una commistione di sapori dolci e salati che possono esser serviti come primo piatto ma anche come dolce.
L’Emilia Romagna rimane invece sul classico con gli intramontabili cappelletti al ragù.
A puntare sul dolce invece ci sono i piemontesi con la Margheritina di Stresa. Si tratta di biscotti burrosi, ricoperti di zucchero a velo, la cui particolare fragranza viene data dalla presenza del tuorlo d’uovo sodo setacciato e ridotto a farina. Pare che la regina Margherita ne fosse ghiotta, tanto da chiedere che venissero sempre serviti in occasione dei ricevimenti di Ferragosto della Casa reale.
Iniziando a scendere verso il cuore della penisola arriviamo in Toscana dove troviamo il piccione arrostito, una tradizione nata in epoca carolingia confermata da un antico detto popolare fiorentino che recita: “A ferragosto si mangiano i piccioni arrosto”.
Sempre di volatili si parla nella vicina Umbria dove il piatto forte sono gli gnocchi al sugo di papera, una vera prelibatezza per il palato mentre, nelle Marche troviamo l’oca arrosto.
In Molise rimaniamo su un piatto piuttosto rustico con i cavatelli al sugo di maiale così come a Roma e in tutto il Lazio, dove a farla da padrone è il pollo in umido con i peperoni, piatto godereccio e perfetto anche per gli amanti della scarpetta finale.
In Campania non potevamo non citare i taralli di Ferragosto, una variante dolce dei taralli campani che nell’impasto prevedono il liquore d’anice e, a cottura ultimata, vengono ricoperti da una glassa al sapore di limone.
In Puglia – in particolare del foggiano – non c’è tavola sulla quale non troneggi un gallo ruspante al forno, ovviamente con le patate. Ma c’è anche chi ne preferisce la variante al sugo. troviamo la tradizione del galluccio ripieno. Ciò che accomuna entrambe le versioni, oltre alla scontata presenza del galluccio, è il ripieno composto da una frittatina mescolata a pecorino, caciocavallo, pane bagnato e strizzato, uva passa, pinoli, pepe.
In Basilicata troviamo invece l’agnello alla lucana, un piatto povero, ma estremamente gustoso in cui la carne viene tagliata a pezzi, disposta in una teglia insieme con le patate e i pomodorini e poi cosparsa in superficie con una ricca panatura a base di mollica di pane, aglio, pecorino e olio extravergine di oliva, per un risultato finale croccante in superficie e morbido e succulento al cuore.
In Calabria il must di Ferragosto è la pasta chijna o pasta piena, la tipica pasta al forno calabrese.
Probabilmente la versione più conosciuta prevede un buon sugo di pomodoro fresco, arricchito da gustose polpettine fritte, uova sode, salsiccia o soppressata dolce, caciocavallo silano, pecorino stagionato e un tempo si usava cuocerla nel forno a legna in modo particolare: si chiudeva la teglia con un coperchio e poi si copriva di braci.
In Sardegna sempre di pasta si tratta con i culurgiones, la particolare pasta con la forma a spiga di grano e il ripieno di patate e pecorino mentre in Sicilia trionfa il dolce con il tipico Gelo di Melone siciliano. L’ingrediente principale di questo dessert fresco, è l’anguria, che però in Sicilia come in altre zone del sud Italia viene comunemente chiamato “melone”.

Avete l’imbarazzo della scelta dunque…da quale regione vi lascerete ispirare?