Le fave hanno un’origine antichissima: si ritiene infatti che siano stati uno dei primi legumi di cui l’uomo si sia cibato, addirittura più di 3.000 anni fa.
Le fave sono leguminose che temono il caldo, per cui nelle zone climatiche temperate calde la semina delle fave va effettuata in autunno o all'inizio dell'inverno, con raccolti a partire da circa 180 giorni dopo. Per le zone molto fredde è meglio seminare in primavera; maggio è il mese di massima produzione, anche se la loro stagione è compresa tra aprile e giugno.
Le fave sono i semi verdi della pianta di fava e crescono all'interno dei baccelli. Si conoscono diverse tipologie di fave: la Vicia faba equina o fava cavallina che viene coltivata come pianta foraggiera, come anche la Vicia faba minor o favetta. La più nota è, invece, la Vicia faba maior cioè la pianta da orto con baccelli grossi e lunghi e con semi grandi ed appiattiti. Quest’ultima è quella che viene destinata all’alimentazione umana.
Le fave posso essere acquistate anche secche e potete trovarle con la buccia o decorticate. La differenza tra le due è il tempo di ammollo richiesto prima della cottura: 16-18 ore per le fave secche con la buccia, 8-10 ore per le fave decorticate.
I lunghi baccelli di colore verde al momento dell’acquisto devono essere turgidi, lisci e soprattutto pieni (questo si vede dal rigonfiamento del baccello); non devono presentare parti annerite o ammuffite, né parti ingiallite o color ruggine.
Si possono conservare in una cesta in luogo fresco o in frigorifero in un sacchetto di carta. Meglio evitare il sacchetto di plastica chiuso perché se all’interno c’è dell’umidità, marciscono più in fretta.
Al momento dell’acquisto bisogna tener presente che lo scarto delle fave è di quasi tre quarti.
Scegliendo le fave quando sono giovani e freschissime, si possono consumare tranquillamente anche crude. In questo caso basta aprire il baccello, estrarre il seme ed eliminare la pellicola che lo racchiude, il cosiddetto tegumento. Così sgranate e sbucciate si gustano con salame e Pecorino. Se sono tenere si possono anche cucinare con la buccia; in tal caso, cuociono in circa mezz’ora. Diversamente, è meglio sbollentarle per pochi istanti, scolarle e sbucciarle poiché la buccia dura è leggermente amara.
Le fave sbucciate cuociono in pochi minuti: da 5 a 15 minuti.
Sono ottime inoltre saltate brevemente in padella con erbe aromatiche e qualche dadino di pomodoro fresco oppure saltate con un soffritto di guanciale e cipollotto novello.
Perché mangiare le fave?
Le fave contengono una buona quantità di ferro, essenziale per il trasporto dell'ossigeno nel sangue.
Oltre al ferro e ad altri sali minerali, come il fosforo e il rame, le fave contengono la vitamina B1, nota come tiamina, importante per il corretto funzionamento del sistema nervoso e per il metabolismo dell'energia. Le fave fanno bene anche al cuore e aiutano a ridurre i livelli di colesterolo grazie soprattutto al loro contenuto di fibre. Sono un alimento particolarmente consigliato anche alle donne durante la gravidanza perché sono un'importante fonte vegetale di acido folico.
L’unica controindicazione è per coloro che soffrono di favismo.
Si tratta di una patologia correlata al deficit di un enzima, il G6PD ragione per cui il consumo di leguminose, tra cui le fave, può portare a conseguenze anche gravi.