LA CUCINA SOSTENIBILE
La cucina sostenibile si basa su tre assunti importanti: riduzione dei consumi, riciclo e riutilizzo.
E dunque importante pianificare gli acquisti della settimana, fare la lista della spesa, elencando ciò che serve realmente, evitando così di riempire il frigorifero inutilmente.
Comprate meno, più spesso e di qualità, senza lasciarvi tentare troppo dalle offerte (che spesso nascondono anche delle “fregature”).
Riducete il consumo di carne e mangiate più legumi, definiti dalla FAO stessa i “semi nutrienti per un futuro sostenibile”, alternando specie e varietà diverse: fagioli, piselli, lenticchie, fave, cicerchie, lupini.
In questo modo tutelerete la biodiversità e, sostituendoli alla carne, contribuirete anche a ridurre le emissioni di gas serra.
Privilegiate i prodotti sfusi o comunque senza troppo packaging, e confezionati con materiali riciclabili.
Meno imballaggi significa minor produzione di plastica e bioplastica con conseguente risparmio di risorse per realizzarla e meno inquinamento.
Non buttate gli avanzi, che possono rappresentare una vera e propria risorsa in cucina, e scatenate la fantasia.
Un puré di patate può trasformarsi in ottime crocchette, il risotto può arricchire una frittata e il pollo avanzato può finire in una Cesar Salad.
Per stoccare i vostri avanzi nel frigorifero, sì a contenitori lavabili, meglio se in vetro, mentre pellicola e alluminio, come tutto ciò che è usa e getta, dovrebbero essere eliminati dalla routine quotidiana.
La plastica, ormai lo sappiamo, ha un ciclo di vita molto lungo ed è la principale responsabile dell’inquinamento marino, anche perché non tutte le sue forme sono riciclabili.
L’alluminio ha un piccolo vantaggio, quello di poter essere lavato e riutilizzato, ma è più inquinante a livello di produzione: per produrlo si utilizzano più combustibili fossili, si emettono più gas serra e si inquina maggiormente l’acqua.
Last but not least, cercate di comprare frutti e ortaggi di stagione, locali e coltivati in modo sostenibile e di evitare quelli che hanno fatto troppi chilometri per arrivare fino a noi.
In questo modo garantirete minor trasporto di cibo dal luogo di produzione a quello del consumo e minor utilizzo di combustibile per riscaldare le serre che fanno crescere prodotti fuori stagione.