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Confettura, composta o marmellata

Per me la primavera e l’estate sono le stagioni delle conserve di frutta: fragole, ciliegie, pesche, albicocche, prugne.. il modo migliore per non sprecare la frutta che l’estate ci offre in abbondanza.
Ma che differenza c’è tra confettura, composta e marmellata?
Nel linguaggio comune il termine marmellata viene utilizzato per indicare tutte le conserve dolci a base di polpa di frutta cotta con l'aggiunta di zucchero ma secondo le direttive CEE vigenti marmellata si riferisce tecnicamente solo alle conserve a base di agrumi - come arancia, limone, pompelmo, mandarino e bergamotto - in cui è possibile utilizzarne sia il succo sia le scorze e in cui la percentuale di frutta sia almeno del 20 %.
Per preparare le marmellate inoltre non c’è bisogno degli addensanti, perché gli agrumi hanno un forte potere addensante naturale.
Il fatto di identificare come marmellata dei prodotti a base di agrumi deriva dalla tradizione anglosassone, dove il termine marmalade era usato solo per la marmellata di arancia amara.

Tutte le altre conserve a base di frutta, invece, sono da definirsi 'Confetture'.
Le norme CEE specificano inoltre che la confettura, dal francese confiture, deve essere composta da frutta al 35%, con l'aggiunta di zucchero ed eventualmente di altri additivi.
La confettura extra, invece, deve contenere almeno il 45% di frutta.

Infine troviamo la composta, che è ancora un’altra cosa e si differenzia dalla confettura perché è più ricca di frutta e ha un tenore zuccherino decisamente più basso. Gli zuccheri utilizzati nella composta infatti dovrebbero provenire esclusivamente dalla frutta (fruttosio) senza l’aggiunta di saccarosio con un conseguente minor apporto calorico.