Slide background

CONSULTA

Slide background
Slide background
Slide background
Slide background
Slide background
Slide background
Slide background
Slide background
Slide background
Slide background
Slide background
Alla ricerca di un catering
per il tuo matrimonio?
LE NOSTRE PROPOSTE
Slide background
Voglia di nuovi sapori
in cucina?
CLICCA QUI
Slide background
Sono tornate le
Cookin’ Experience
SCOPRI IL CALENDARIO
Slide background
Vuoi festeggiare
l’addio al nubilato
in cucina?
CLICCA QUI
Slide background
Cerchi un’idea per un
team building esclusivo?
CLICCA QUI
Slide background
Sei alla ricerca di
un VERO Brunch
in stile newyorkese?
CLICCA QUI
Slide background
Voglia di nuovi colori
in cucina?
CLICCA QUI

La cipolla d'Acquaviva

Se la trovate sui banchi del mercato, non lasciatevela scappare!!!
La cipolla di Acquaviva è infatti una cipolla dolcissima e dalla forma appiattita, disponibile da luglio a novembre sui banchi del mercato. Ha un colore esterno di un rosso acceso che tende al violaceo, che va schiarendosi progressivamente man mano che si arriva all'interno della cipolla.
E ottima sia cruda che cotta.

La coltivazione della cipolla di Acquaviva è tipica di Acquaviva delle Fonti, un piccolo centro agricolo pugliese, con un’ampia disponibilità di acqua dolce che sgorga limpida da una falda sotterranea perenne, che rende i terreni ben drenati, ricchi di potassio e con un impasto che tende al limoso….perfetti per la coltivazione delle cipolle.

Oltre a essere dolce e buona, la cipolla rossa di Acquaviva ha anche proprietà anti diabete, aiuta a tonificare vene e arterie ed è ricca di ferro e di potassio.
Se consumate crude, sono in grado di stimolare l'attività renale.

Data la sua unicità, non potevano dunque non dedicarle una festa.
La cipolla rossa di Acquaviva viene infatti celebrata ogni anno durante il mese di luglio in una manifestazione enogastronomica denominata "Festa della cipolla rossa di Acquaviva”.
Inoltre, ogni terzo weekend si festeggia la Sagra del Calzone…e come si farcisce il calzone?? Con la cipolla rossa di Acquaviva, lavora protagonista dell’evento!
Per le sue caratteristiche e la limitata produzione, cipolla di Acquaviva è un Presidio Slow Food.

Il coriandolo, odio e amore

“Disgusto al coriandolo” o “disgusto saponoso”, così viene definito un certa sensibilità genetica che fa percepire il coriandolo come un gusto sgradevole di sapone.

Nell’antichità però il coriandolo era estremamente utilizzato ed apprezzato, a partire già dalla civiltà micenea fiorita nella Grecia durante la tarda età del bronzo (1600-1100 a.C.).
Più tardi anche i Romani ne fecero ampissimo uso, al punto che Apicio ne fa la base di un condimento chiamato Coriandratum.
Grande fu il suo successo nelle cucine medievali e ancora oggi il coriandolo è molto apprezzato nelle cucine asiatiche, messicane e indiane.

Cosa è accaduto dunque nel resto del mondo dove da ricercata spezia dal gradito aroma, è diventato un gusto detestabile?
Niente altro che una mutazione genetica in una parte della popolazione umana che ha fatto si che il coriandolo oggi sia quasi scomparso dalle cucine europee e nordamericane perché vi sono persone con una sensibilità genetica che rende il coriandolo disgustoso al palato.

Secondo alcune indagini, questa nuova “sensibilità” è presente nelle persone in diverse percentuali secondo la loro origine e in generale possiamo dire che gli afroamericani, gli asiatici orientali e gli asiatici meridionali hanno significativamente meno probabilità di rilevare un sapore saponoso rispetto agli europei, ad esempio.
Sono inoltre le donne che più facilmente rilevano un sapore di sapone e quindi non amano il coriandolo….ed effettivamente, mi ci metto in mezzo!

Dunque, se anche voi fate parte di coloro che “il coriandolo, anche no” non vi dannate per questo! Tutta colpa della genetica! ;)

La pesca Melba

Chi, almeno una volta nella sua vita, non ha mai mangiato la “Pesca Melba” ?!
Specialmente in estate, al mare…..
Spero nessuno e, nel caso ci fosse qualcuno, rimedi immediatamente!
Si tratta infatti di uno dolci estivi più iconici della storia della cucina, inventato da Auguste Escoffier, cuoco dei re e re dei cuochi, in omaggio alla soprano Nellie Melba.
Siamo alla fine del XIX secolo: Escoffier, geniale codificatore della cucina francese, uno tra i cuochi più influente di sempre, guida l’Hotel Savoy di Londra, dove ha residenza una stella dell’opera, al secolo Helen Porter Mitchell, meglio conosciuta con lo pseudonimo di Dame Nellie Melba da Melbourne.
Escoffier rimane impressionato dal suo talento e dalla sua voce, al punto da creare per lei questa ricetta nel 1894 e servirgliela al termine di una cena che si sarebbe svolta all’hotel Savoy dove la cantante alloggiava.
E lo racconta in una lettera manoscritta: “Madame Nellie Melba, grande cantante di nazionalità australiana, si esibiva al Covent Garden di Londra con Jean de Reszke nel 1894. Abitava all’hotel Savoy, vicino al teatro, nel periodo in cui dirigevo le cucine di questo importante stabilimento. Una sera in cui rappresentavano il Lohengrin, Madame Melba mi offrì due poltrone nell’orchestra. È noto che in quest’opera appare un cigno. La sera successiva si sapeva che Madame Melba avrebbe tenuto una piccola cena con qualche amico intimo, fra cui il duca di Orléans. Per mostrarle che avevo gradito le poltrone da lei offerte, feci intagliare in un blocco di ghiaccio un superbo cigno e fra le due ali posi un timballo d’argento. Ne rivestii il fondo di gelato alla vaniglia e su questo letto disposi pesche dalla polpa bianca e tenera, tuffate per qualche minuto in uno sciroppo alla vaniglia e raffreddate. Una purea di lamponi freschi nappava completamente i frutti. Un leggero velo di zucchero filato le copriva.
Vista la facilità di esecuzione, (il cigno scolpito nel ghiaccio era solo per Mme Melba ovviamente, generalmente veniva servita in una coppa di vetro o di cristallo) specialmente nel via ai del servizio, la “Pesca Melba” si diffuse piano piano fino a che nel 1899, all’apertura del Carlton di Londra, non divenne uno dei dolci più richiesti e popolari di quei tempi.
Oggi la “Pesca Melba” seppur con alcune rivisitazioni (ad esempio viene spesso arricchita con crema Chantilly e mandorle di Polignac, sfilettate e caramellate), rimane uno degli abbinamenti più conosciuti e apprezzati nella storia della cucina.

 

Avocado crudo o cotto?

No, l’avocado una volta cotto diventa molto facilmente amaro (provare per credere) oltre a perdere il suo bel colore verde e tante delle sue proprietà nutritive.
Il modo migliore per gustarlo è proprio a crudo, da solo o in insalata, con le uova, il pollo, il pesce, sotto forma di salsa….

Ma facciamo un passo indietro….
L’avocado è un frutto subtropicale, il cui nome antico nella lingua parlata dagli Atzechi significa "testicolo", in quanto la sua forma evoca il sesso maschile.
Questo frutto veniva coltivato già nel 6000 a.C. e nel I secolo a.C. era molto diffuso in America centrale, dove rappresentava una delle colture principali accanto a mais e fagioli. Nel XVII secolo il frutto era più seme che polpa, la parte più apprezzata perché succosa, morbida e burrosa.

Si contano circa 15 varietà di avocado ma tra le più note e diffuse troviamo:
- l’avocado Hass: si presenta con dimensioni medio-piccole dal colore verde molto scuro e un buccia rugosa. La polpa di colore giallo è molto cremosa e il sapore forte, l’avocado hass è perfetto per la salsa guacamole. Deve il suo nome a Rudolph Hass, un postino californiano con la passione per l’orticoltura che decise di piantarne i primi semi nel 1926 circa. Nel 1935 poi brevettò la pianta che iniziò a crescere, ben presto venne apprezzata e diffusa nel mondo.
Attualmente la varietà Hass è considerata la migliore rispetto a tutte le altre, per le sue caratteristiche e per il suo sapore.
⁃ l'avocado Fuerte, di origine messicana, dalla forma allungata, con buccia sottile, lucida e verde, molto amato poiché facile da sbucciare.
⁃ l’avocado Bacon: originario della California, buccia verde, forma ovale e adatta a crescere anche a temperatura non prettamente tropicale.

Ricco di antiossidanti, l'avocado contiene una buona dose di vitamina A ed E, oltre che omega 3, potassio e magnesio. Molto nutriente, povero di zuccheri e disintossicante, è ricco di fibre. Infatti, come la maggioranza della frutta, gli avocado contengono fibra solubile. Pensate che mezzo avocado di dimensioni medie vi dà sei grammi di fibra, più di una scodella di farina d’avena!
Ci sono poi i grassi vegetali di cui l'avocado è ricco: i cosiddetti grassi buoni costituiti da oli monoinsaturi, gli stessi contenuti nell'olio d'oliva e nella frutta secca, che aiutano a proteggere il sistema cardiovascolare e ad assimilare nutrienti liposolubili, come le vitamine che si trovano in verdure a foglia verde.

Come sceglierlo?
Deve essere morbido al tatto ma non presentare macchie scure sulla buccia. Quelle sono un chiaro indice del fatto che l’avocado è “stramaturo”.
Non deve neanche essere troppo duro però perché al contrario significa che è ancora acerbo. Cosa fare in questo caso: lasciarlo maturare a temperatura ambiente (magari vinco a una mela ;)).
In caso contrario, se dovesse essere troppo maturo, la soluzione migliore è mangiarlo subito!Oppure conservarlo in frigorifero ma per non più di 2 giorni!

E ora che sapete tutto o quasi tutto, cliccate qui per una video ricetta tutta da gustare