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Giovedi gnocchi! Miti e riti

“Giovedì gnocchi”….
mi ha sempre messo grande allegria questa affermazione!
Dovete sapere però che in realtà trae origine dal detto popolare: «Giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa»e arriva dalla cultura popolare romana o meglio, trasteverina.
Il detto nacque per l’esigenza delle classi più povere di razionare il cibo: preparare gli gnocchi di giovedì era dovuto alla necessità di mangiare un piatto sostanzioso e calorico in vista del giorno successivo, il venerdì, che da tradizione cattolica era “di magro”, ovvero di digiuno o astensione dal consumo di carne.
Così tradizionalmente a Roma di venerdì si mangiavano piatti a base di pesce, come ad esempio ceci e baccalà.
Il sabato poi era la giornata della macellazione della carne in vista del giorno festivo successivo. Ma ceti meno abbienti, che non si potevano permettere i tagli più nobili come bistecche, filetti o cosce, si compravano il cosiddetto “quinto quarto”, gli scarti come interiora, frattaglie e trippa.
Originariamente gli gnocchi erano semplicemente degli impasti di acqua fredda e farina, con forma più o meno tondeggiante, che venivano successivamente cotti in acqua bollente. Il termine gnocco infatti significa “nodo” rimandando a qualcosa di duro, proprio come le “nocche” delle dita.
Bisogna aspettare l‘800 però per poter parlare di “gnocchi di patate“ e la leggenda vuole che la loro paternità sia da attribuire al noto inventore della pila, Alessandro Volta.
Infatti fu proprio lui, dopo essere stato alla corte di Francia di Luigi XVI, dove la patate era già presente da tempo, a favorirne la coltivazione in Italia, sfatando il mito della loro tossicità.
Si dice che proprio sbagliando la preparazione di un purè, creò di fatto gli gnocchi di patate, accorgendosi di quanto fossero leggeri rispetto a quelli ottenuti utilizzando solo la farina di grano.
E poi da allora, beh…la storia la conoscete anche voi.
Oggi è possible trovare ricette di ogni tipo: con le patate viola, con la zucca, farciti, non farciti, con le uova, senza uova…ma le regole da tener presente per un successo assicurato sono queste:
1. Le patate devono essere a buccia rossa oppure patate anziane. Perché? Perché contengono meno acqua dunque vi servirà meno farina per tenere insieme l’impasto. Meno farina significa più morbidezza.
2. La cottura delle patate: privilegiate il vapore o oppure il forno, per la stessa ragione di prima. La cottura in immersione farebbe assorbire alle patate troppa acqua
3. Le uova: c’è chi le utilizza, c’è chi no. Io sono per il no. Perché? Perché apportano altri liquidi (in particolare modo l’albume) che dunque richiedono altra farina senza avere una reale funzione nella ricetta perché la farina da sola fa già quello che deve fare ovvero dare consistenza ai vostri gnocchi quando li cuocerete.
E allora “buoni gnocchi” a tutti quanti!!!